Paolo Pulici, se le dico derby?

Dico che purtroppo non lo potrò giocare io. Magari potessi.

 

Cos’è il derby per lei?

Il derby era una delle partite più importanti anche perché per noi, soprattutto nei primi anni in cui ho giocato al Toro, vincere il derby era determinata perché voleva dire salvare la stagione. Adesso ho l’impressione che non sia più così.

 

Se domenica, prima del calcio d’inizio, potesse entrare nello spogliatoio del Toro cosa direbbe ai giocatori?

Direi una cosa sola: nei novanta minuti nessuno è più forte di noi. Però dobbiamo crederci, se entriamo in campo e mettiamo in pratica il fatto di essere bravi non c’è nessuna squadra che possa tenere.

 

Che sensazioni ha per la partita di domenica?

Quando c’è il derby io sono sempre abbastanza teso, anche quando dovevo giocarlo io. Poi però quando entravo in campo la tensione spariva, subentrava il fatto di sapere cosa si doveva fare e, soprattutto, c’era la voglia di battere i rigatini.

 

Pensa che questo Toro ha la forza per vendicare il 4-0 dell’ultimo derby?

Ogni partita fa storia a se, non c’è una partita legata ad un’altra. Basta avere la voglia giusta e le cose possono cambiare.

 

Ieri alla Sisport Ventura ha avuto un lungo colloquio con i tifosi, pensa che il suo ciclo al Toro sia finito?

Non lo so, bisognerebbe essere dentro lo spogliatoio per capire veramente se il ciclo è finito o no. Dall’esterno non sono nella posizione più adatta per poter dire se il ciclo di Ventura è concluso.

 

Un pronostico per domenica?

L’anno scorso il derby di ritorno si era giocato il giorno prima del mio compleanno e avevo chiesto un bel regalo. Quella volta sono stato accontentato, domenica spero possa finire nello stesso modo. Ma non per me, ma per tutto l’ambiente, per tutti i tifosi.

 

 

 

 

 


Toro, ora anche Ventura parla del suo addio

La rassegna stampa del 16 marzo 2016